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martedì 3 dicembre 2013

Mulsum e Stendhal

Fino a qualche tempo fa credevo che la sindrome si Stendhal fosse un fenomeno puramente psicologico. Ovviamente a questo punto qualcuno ha dovuto togliermi anche questa illusione, spiegandomi che in realtà ha una sua origine fisiologica ben precisa. Origine che non potrei descrivere bene, ma che ha a che fare col tenere la testa piegata verso l'alto troppo a lungo.

Addio anche a questa mia convinzione, prego Stendhal, si accomodi accanto a Roberto Bolle e prenda pure il drink che l'ornitorinco le sta offrendo. E non mi svenga, per cortesia.

Questo preambolo è dovuto ad un mio mancamento occorso durante una visita archeologica, venerdì sera. 

Con delle amiche sono andata ad un ancient aperitif sul Celio, alle case romane sotto la Basilica di Giovanni e Paolo. Il programma prevedeva la visita del sito e poi un simpatico aperitivo con menù tipico della Roma imperiale. 
Il sito era molto particolare, non ne avevo mai sentito parlare, però merita.
Si tratta di costruzioni stratificate: una domus e un'insula, poi unificate nel Terzo secolo in un'unica grandissima domus. Ora, avrei messo la firma per vivere nella domus del secondo secolo, la prima. 
Il motivo? Semplice: aveva le terme interne. Non so se mi spiego: le terme. Io ucciderei per molto meno, per una piscinetta gonfiabile, le terme in casa sarebbero...wow.

Terme che il successivo padrone di casa ha interrato. Dolore.
Mentre riflettevo su queste scelte edilizie ed ammiravo gli affreschi, sbam. Mi aggrappo a C., lei mi guarda, vede il delicato colorito verdino e fa quello che anni di pressione bassa le hanno insegnato: mi mette a sedere e mi procura zucchero. 
Già, non era sindrome di Stendhal, non sono così profonda. Era un banalissimo calo di zuccheri.

"Platypus, hai visto troppi film e telefilm americani
 sulle confraternite universitarie, parate!"
Rischio di cadere nel triviale, ma devo ammettere pubblicamente che, nonostante già la mostra sarebbe valsa il viaggio sui mezzi, l'aperitivo è stato l'apice della perfezione. Si, sono golosa. E si, sono stata molto soddisfatta. Da bere c'era il mulsum, vino col miele, che ha immediatamente risolto tutti i miei problemi di cali di zuccheri da qui a dieci anni e mi ha dato idee per organizzare toga party selvaggi. 

Da mangiare gli onnipresenti ceci, tartine con olive ed aglio, torta al formaggio e pollo alle prugne. Il pollo alle prugne era un qualcosa di fenomenale. Anche le tartine all'aglio, che immagino sia state il motivo di tanti posti a sedere vuoti attorno a noi in metro, al rientro.

Prima di andarcene abbiamo ringraziato la guida.
-Allora, ti senti meglio, tu che prima sei svenuta?
-Si, decisamente.
-Si tratta della prima volta che qualcuno ha una sindrome di Stendhal mentre spiego!
-Veramente è stato un calo di zuccheri.
-Confessa, allora,  era una scusa per bere più mulsum!
-Veramente no.
E lei invece mi sorride e mi strizza l'occhio. Non capisco perché alla gente io dia questa impressione.


Vostra e sciagattante (purtroppo non nelle mie terme private)

                         Platypus

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