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sabato 7 dicembre 2013

Io voto perché. Già, perché?


 

Seguire la politica mi fa soffrire. Ma seriamente.  Non solo per i baccanali, il popolino, il magna-magna, gli interessi, l'ignoranza, il culto delle personalità, dei personalicchi, delle first lady, di Dudù e di Fede. Io non soffro solo per la parte avversa o per chi gioca a fare il demagogo, sfruttando l'ignoranza, la rabbia ed il rancore. I vaffa day, i pianti, palazzo Grazioli, i nostalgici di ventenni ormai passati, i comici che non fanno più i comici ma fanno i guru... Io per queste cose soffro, mi indigno, ma almeno posso dire che non mi rispecchiano. Rispecchiano gran parte dell'Italia, e questo forse fa più male, ma almeno non rispecchiano me. 

Il guaio è quando rispecchiano me.

Non nasconderò che la famosa telefonata di Vendola mi ha fatto soffrire, come pugliese e come sostenitrice della sinistra. Citando l'opinione diffusa (da mia madre) "In propaganda son tutti buoni, poi ci arrivano, si fanno i fatti loro e si dimenticano di noi che li abbiamo votati". Mi ha sfiduciata il caro Nichi. 

Nichi a parte, il problema è la politica come è intesa in Italia. Il Politicante medio sarà responsabile delle mie ulcere.  Le ragioni della politica che fanno crollare le idee. Per esempio il PD. Il PD è un partito che non vince, anche quando la vittoria è servita lì. L'anno scorso Bersani ha giocato a perdere, altrimenti non si spiega.  Il PD: che è l'unica alternativa che vedo pallidamente in questo panorama politico, perché nella destra non  mi ci rivedo, di Grillo vedo la follia. L'eccezione poteva essere Monti che poteva batterli tutti con l'intelligenza, poi si è messo ad adottare cani e bere birra in televisione. "Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza", Oscar Wilde e sante parole. 

Ma chi mi rispecchia? In chi posso credere adesso? Che direzione voglio dare al mio voto?
Non vi nasconderò che per studiare mi sono informata poco, sto recuperando in questi giorni.  Poi dopo che mi sono iscritta alle primarie, sono stati tanto carini,  i candidati hanno cominciato un'opera di stalking di quelle rare, con mail da ciascun candidato, ognuna nel suo stile. E non che in una si capisse chiaramente cosa volessero fare di concreto.
Ma voglio votare.
In quarto ginnasio la professoressa di italiano ci diede un compito, ovvero commentare questo passo di Brecht, l'Analfabeta Politico:

Il peggiore analfabeta

è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.



Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.



L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.



Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

Sul momento non mi impressionò tanto. Avevo tredici anni, l'apparecchio ed avevo scoperto la matita nera per gli occhi, ed il mio elettroencefalogramma era probabilmente piatto, ma così piatto che a confronto il petto di Keira Knightely era uguale a quello di Sofia Loren.
L'ho ritrovata di recente, per caso, in un quaderno che mi sono portata a Roma, uno di quelli usati per un quarto e che sono ottimi da usare per le brutte. L'ho trovata, l'ho riletta ed ho ripensato a questi ultimi anni da maggiorenne. Ho votato in tutte le occasioni tranne una. Per il referendum sono stati necessari magheggi per farlo da Roma, per le politiche ho fatto un blitz di quarantottore, rientrando la domenica sera, stanca, stanchissima (ma con una ruota di focaccia in valigia, e scusate se è poco). Ho votato anche anche alle scorse primarie, l'anno scorso. E domani lo rifarò.

Alcuni amici non vanno, o perché non si sono informati, o perché sono disillusi, o perché sono convinti che tanto non cambierà nulla. Lo ammetto, un po' di cinismo ogni tanto viene anche a me. Però ci voglio provare.Si tratta di un mio diritto (il dovere non me la sento di chiamarlo in causa per le primarie), e diavolo se lo eserciterò! Non che le primarie servano per dare un cambiamento immediato. Però servono: con un segretario serio, con un progetto serio, si "rischia", addirittura, di diventare un partito avanti. 

Mi fanno storcere il naso le americanate, quelle dei comitati, del  merchandising, del fatto che su tre candidati uno si autoproclama l'Obama italiano, uno sembra la sua caricatura fatta da Crozza e l'altro propone un programma che sostanzialmente lascia tutto allo status quo. Però voglio credere che questo mio voto valga qualcosa. 

Anche perché 2,50€ sono un pacchetto di sigarette da dieci.

Vostra sciagattante e votante

Platypus




1 commento:

  1. Brava Platypus!
    Anche io voglio crederci (nel senso più puro e latino del termine)
    Ci vediamo in fila con il nostro obolo :)

    Vale A

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