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lunedì 16 dicembre 2013

Gli uomini e le donne sono tutti stronzi

Ieri sera un'amica, non del tutto lucida, un po' etilica vah, mi ha detto: "Gli uomini sono tutti stronzi", con buona pace del nostro povero compagno di corso, che lì ascoltava ed in realtà se la rideva.

Gli uomini sono tutti stronzi. Penso sia una frase che ogni donna abbia pronunciato almeno una volta nella vita. A quanto ne sappiamo è una frase che abbiamo tatuata sulle ovaie. Che sia dopo una rottura, dopo un appuntamento andato male, dopo una parola di troppo o dopo averlo trovato a letto con una con la faccia da capibara, tutte ci siamo passate. Esiste anche il corrispettivo maschile, "le donne sono tutte stronze", frase che ha la maggiore percentuale di pronuncia dopo il due di picche.
In realtà non tutte gli uomini sono stronzi. Non tutte le donne sono stronze.
Sono arrivata a credere che il problema stia nella maniera in cui ci percepiamo, un sesso con l'altro. 

Perché gli uomini sono stronzi? Perché non sono all'altezza delle nostre aspettative.
Perché le donne sono stronze? Perché non sono all'altezza delle vostre aspettative.
Ma queste aspettative sono reali?

Non posso parlare anche per il lato maschile, ma per quanto concerne il femminile, un paio di idee me le sono fatta. Il problema di noi donne è che cerchiamo un uomo che in realtà non esiste. E questo vale per tutte, anche quelle che in realtà cercano l'anti-principe azzurro, in realtà sono alla ricerca di qualcuno che non esiste. Non sto dicendo che la nostra vita sa un susseguirsi di gente sana, ma che non corrisponde alla nostra delirante idea romantica. No, ogni tanto di stronzi se ne imbroccano, e a volte pure colossali. Però è raro che una ragazza sia contenta al 100%. C'è sempre un difetto, un qualcosa, che se non avessi ti renderebbe perfetto. E proviamo a cambiarli. Ma la sapete una novità? Certi dettagli si possono smussare, livellare, ma non cambiano mai. 

Recentemente ho letto un libro, "Vogliamo la favola", di Simona Siri. Lo so, lo so, non grande letteratura. Eppure esplora l'educazione sentimentale media della donna nata tra gli anni Settanta ed i primi Novanta, e lo fa con ironia, con una giusta dose di allegria. Il concetto che sta alla base è il solito: non è colpa nostra, è che ci insegnano così. Ci insegnano ad aspettare il principe, che un uomo se ci ama cambia (sic), che il bello e dannato è frutto della letteratura ottocentesca romantica e di Candy Candy. Tacendo poi dei classici Disney. Noi siamo cresciute a suon di Biancaneve che trova nello spazzare casa la sua realizzazione e canta inebetita fissando il pozzo, Cenerentola che invece di sbattere la porta sul muso della matrigna è lì che elemosina affetto da una famiglia disfunzionale, Ariel che pensa bene di passare da un padre padrone a un uomo che la porta via da casa sua, in maniera definitiva, Aurora che imbrocca a parlare e a uscire con gli sconosciuti. Con Mulan avevamo grandi speranze, ma ecco, arriva il matrimonio a legittimare il suo rompere le regole. Merida era ancora fantascienza.
Da piccole però queste cose non le capivamo. Vedevamo solamente un uomo che nel momento di massimo disagio arrivava a salvarle, come i nostri padri correvano da noi appena cadevamo dalla bicicletta e ci sbucciavamo le ginocchia. E la maggior parte delle bambine si convinceva che anche nella vita sarebbe successo questo.

Le bambine crescono, pronunciano la frase "Tutti gli uomini sono stronzi" e non ci sperano più. Diventano indipendenti, si salvano da sole. Però in fondo ci sperano sempre un po': prima o poi arriverà quello non stronzo, che, senza che sia necessario chiedere, ci salverà.

Oppure, come la sottoscritta, aspirano ad avere tanti gatti, un buon tè ed un buon libro.

Vostra e sciagattante,
Platypus


1 commento:

  1. ...i luoghi comuni sono fatti per essere accettati come tali, con un po' di sana rassegnazione!

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